Sale interne

Tra natura e mitologia

Gli spazi interni

L’interno della villa, che si sviluppa con la consueta pianta veneziana, caratterizzata da sala centrale e quattro stanze ai lati, è interamente decorata da Giuseppe Bernardino Bison che lavorò nella villa insieme a dei collaboratori verso il 1792.

La villa conserva per tutti i piani le pavimentazioni originarie in terrazzo alla veneziano in buone condizioni, le porte originarie in noce, i serramenti delle finestre settecenteschi in discreto stato di conservazione, mentre quelli degli scuri necessitano di un minimo intervento in manutenzione.

Nel soffitto della sala centrale al pian terreno è rappresentata un’allegoria della Marca Trevigiana (trascritta esattamente dall’iconologia del Ripa) ed alle pareti sono affrescate delle panoplie simboleggianti le quattro stagioni; di fronte al vano scale due finti archi si aprono su di un giardino all’italiana ?con statue ed una fontana a forma di delfino a cui si abbevera un levriero.

La stanza a sud ovest ha le pareti decorate da riquadri che racchiudono vasi dalle forme elaborate e sopra la porta che conduce nel portico dell’ala ovest è dipinto Cupido con la faretra in mano.

Nella stanza sud est, che era probabilmente il salottino della contessa Spineda, è dipinta una finta statua posta su di un piedistallo raffigurante Apollo citaredo, dio preposto alla poesia ed alla musica, e Pegaso, il cavallo alato simbolo della fama; sulle altre pareti satiri e satiresse in tondi di alloro sono ripresi in vive scenette.

La stanza a nord est, più grande delle altre e detta di Pan, che conserva un bel camino in breccia, ha il soffitto che si apre illusionisticamente nel cielo: al centro è raffigurato Zefiro, il vento primaverile portatore di fiori nell’atto di reggere lo scettro con l’aiuto di due putti, mentre accarezza un cigno in atto di cantare.