Contesto storico e artistico

Contesto storico e artistico

Nel centro del paese di Breda di Piave Treviso, sorge questo importante e raffinato edificio fatto erigere verso il 1790 dal conte Giacomo Spineda (1753-1820) su disegno dell’architetto bassanese Giovanni Miazzi (1699-1797) allievo e collaboratore di Francesco Maria Preti, e decorato internamente da Giuseppe Bernardino Bison (1762-1844), verso il 1792.

La famiglia Spineda, originaria del territorio di Mestre, fece parte dal 1570 del Consiglio dei Nobili di Treviso. Il 31 marzo 1609 la Repubblica di Venezia concesse il titolo di conte a Pompeo, Francesco ed Augusto per i grandi servigi resi durante la guerra di Candia e nel 1755 ascrisse la famiglia al patriziato veneto.

Lo stemma raffigura uno scoglio d’oro in campo blu affiancato da tre rose d’oro.

Complesso architettonico

Gli Spineda avevano fin dal Seicento dei possedimenti a Breda ed una villa descritta nell’estimo catastale del 1714 come “terra broliva (frutteto) A.P.V. (arativa, prativa, vitata) cinta di siesa (siepe) e parte di muro con un palazzo dominical (casa signorile) et altre fabriche, giardino e suo cortivo”. Questo fabbricato probabilmente fatiscente fu completamente demolito per lasciare posto alla nuova villa disegnata dal Miazzi.

La famosa poetessa trevigiana Angela Veronese (1779-1845), meglio conosciuta con il nome di Aglaia Anassilide visse con il padre giardiniere Pietro Rinaldo nella villa di Breda dal 1793 al 1803, venendo a contatto con gli illustri ospiti degli Spineda come Ugo Foscolo, lasciandoci testimonianza nelle sue “Notizie della vita di Angela Veronese scritte da lei medesima“.

La proprietà di Breda rimase alla famiglia Spineda fino al 10 settembre 1842, quando, alla morte della madre Elisabetta, il figlio Paolo, con atto del notaio Piazza di Treviso, la vendette a Tommaso Gobbato, alla cui morte nel 1879, venne venduta dagli eredi a Girolamo Dal Vesco; nel 1952 passò alla nipote Rosalia Suppjei ultimogenita, nata dal matrimonio di Dal Vesco Maria, sorella di Federico, e di Suppjei Carlo e da qui per via ereditaria ai signori Vittorio e Alberta Piva.

Il ciclo degli affreschi