Restauro? L’ultima spiaggia Così curiamo Villa Dal Vesco

“Manutenzione certificata” per Villa Spineda Dal Vesco a Breda di Piave

Il progetto di uno studio trevigiano per monitorare lo stato dell’edificio settecentesco di Breda di Piave «Non si deve puntare alle azioni straordinarie, ma creare un vero e proprio piano di manutenzione»

Il vero padrone della villa è un gatto. O meglio, un signor gatto, Alvise, promosso subito Conte. Con la maiuscola. Un ex trovatello entrato subito in sintonia con la settecentesca Villa Spineda dal Vesco, a Breda di Piave, col suo parco secolare e la barchessa, ma soprattutto con il suo nuovo proprietario, l’imprenditore Francesco Catrini, che l’ha adottato come mascotte di casa.

Conte Alvise non soltanto “supervisiona” ogni intervento dentro l’antica dimora settecentesca, ma può contare persino su una personalissima linea di t-shirt. I cui incassi, ha deciso Catrini, andranno a sostenere le associazioni di gatti liberi e cani randagi. «Conte Alvise è davvero il re, guai arrivare alla Villa senza un dono per lui. Non si entra» ride divertita l’architetto Francesca Cappelli che col socio Devis Zanardo, dello studio trevigiano “Chiave di volta”, si occupa della gestione eventi e del progetto architettonico dell’edificio, da poco acquistato dall’immobiliare “Villa dal Vesco srl” guidata da Catrini.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

CONSERVAZIONE

Quello di “Chiave di volta” è progetto innovativo di “conservazione e manutenzione certificata” («vorremmo organizzare un grande congresso a giugno, in presenza, all’M9 di Mestre») dove «sostenibilità e minimo intervento vogliono diventare le note di un cantiere “zen” in un contesto multidisciplinare nel quale prende forma una visione creata e pensata nel continuo divenire».

 

Per farlo, Cappelli & Zanardo hanno ideato proprio la figura del “curatore della manutenzione e monitoraggio” che si declina attraverso molteplici competenze -aggiunge Cappelli – dall’architetto al direttore lavori fino al tecnico degli impianti, ma in particolare il diagnosta, ossia colui che ha il compito di verificare lo stato della villa con regolarità, indicando gli interventi da effettuare volta per volta».

 

L’idea, tutto sommato, è semplice: «La manutenzione deve essere costante. Deve diventare parte di una mentalità che entra nel quotidiano – continua l’architetto – Non si deve puntare alle azioni straordinarie, ma creare un vero e proprio piano di manutenzione. Monitorando la situazione con regolarità, non si arriva mai al degrado. Come studio abbiamo ideato questa figura, che poi deve essere certificata dall’ente Apave Italia».

IL CAMBIO DI PASSO

La parola restauro suona or mai obsoleta: «Siamo i pionieri di questo percorso. Ma attenzione – avverte Cappelli – Non siamo per conservare tutto e per forza, ma per conservare e capire la nostra storia.

 

Queste ville sono archivi a cielo aperto, abbiamo avuto una magnifica eredità a costo zero, La loro conservazione va sviluppata attraverso idee nuove. E questo progetto non è idolatria, ma sguardo d’insieme. La condivisione di questi beni non è quantificabile. Bisogna lavorare per bene più alto».

EVENTI & GIARDINO

Anche il giardino merita attenzione. «C’è il progetto di ricreare il giardino inglese disegnato dal Conte Giacomo Spineda e mai realizzato – aggiunge l’architetto – abbiamo trovato le fonti descrittive negli archivi, ma non ancora i progetti. Intanto però sappiamo come lo voleva realizzare.

 

Il conte Spineda all’epoca sapeva anche come autofinanziarsi: aveva creato delle serre di ananas dietro la villa. Un frutto che all’epoca era preziosissimo. Si era fatto arrivare le piante dell’Africa, che curava con attenzione. L’idea, ora, è di ricreare queste serre e di vendere poi i prodotti, come marmellate, succhi, birre, siamo entusiasti».

 

La splendida villa di Breda, “luogo di delizia” dove soggiornò anche Ugo Foscolo, fu edificata in pieno ‘700 dall’architetto Giovanni Miazzi su volere del conte, e decorata dal pittore Bernardino Bison, che proprio lì compose il più importante ciclo di affreschi. «Una villa che merita cura e attenzione» aggiunge Cappelli, anche nell’organizzazione degli eventi. Sì ai matrimoni, ad esempio, ma brevi e possibilmente per gruppi ristretti. «Puntiamo a realizzare appuntamenti di qualità». Di qui la partnership con l’associazione veneziana Arte & Vino, che ama ideare progetti «non banali su temi storici, artistici e gastronomici».

 

Tempo fa, prima del blocco covid, è stato presentato un volume sulla Villa, associato anche alla vendita di t-shirt che ritraggono gli affreschi della villa e di gioielli, firmati dal maestro orafo mestrino Francesco Pavan, ispirati al “logo” dell’edificio, e cioè il capitello col leone, presente negli affreschi di Bison. «Abbiamo anche pensato di creare un evento ad hoc dedicato proprio al vino e all’oreficeria – chiude l’architetto – una cosa molto storica, appena siamo “liberi” potremo scatenarci». Sempre sotto l’occhio vigile di Conte Alvise. Che non scorda mai di supervisionare la “sua” villa.